Quando è nata l’iniziativa si è molto discusso su questo argomento.

I motivi della scelta sono stati diversi per riferimento e storia.

Il primo è che si dona dal raggiungimento della maggiore età, perché a quell’età si diventa responsabili per se stessi e per le scelte della propria salute: i minori non possono donare, nemmeno col permesso dei genitori (almeno in Italia).

Il secondo è che per i partecipanti minori occorreva il consenso dei genitori, ed è un argomento delicato in una società di famiglie sempre più allargate.

Non va poi dimenticato che il premio è in denaro, quindi i partecipanti minori non lo avrebbero nemmeno potuto ricevere direttamente e non poteva essere legalmente vincolato al raggiungimento della maggiore età: di fatto sarebbero stati premiati i tutori e non gli autori.

Magari in futuro organizzeremo iniziative a misura delle generazioni più giovani: questa è nata per le generazioni in età da donazione.

Come per la donazione di sangue, la partecipazione è assolutamente gratuita.

È anche uno dei motivi per cui l’organizzazione ha scelto il formato esclusivamente digitale della partecipazione, così non sarà importante il supporto dove verranno riversate le idee dei partecipanti, ma la loro efficacia nel rendere comprensibile la loro creazione letteraria alla commissione.

Se il materiale inviato è ritenuto dalla segreteria non conforme al regolamento, il progetto verrà escluso dal concorso.
Se ci sarà modo e tempo, verrà scritta una mail all’autore, come gesto di cortesia verso chi si è dedicato al tema della donazione.

Tale mail, va ricordato, NON interrompe i termini entro i quali le opere devono essere inviate.

Le parole le abbiamo fatte scegliere dagli attori principali del Concorso.

Il Lions Club di Sesto Fiorentino (che ha donato il primo premio di 500,00 €) ha scelto “servizio”.

Il Centro PrivatAssistenza di Sesto Fiorentino (che ha donato il secondo premio di 300,00 €) ha scelto “assistenza”.

La Cartoleria Luciano di Sesto Fiorentino (che ha donato il terzo premio di 100,00 €) ha scelto “sangue”.

Avis Comunale di Sesto Fiorentino OdV e Gruppo Fratres Sesto Fiorentino “dr Gino Conti” OdV (che mettono l’organizzazione e tutti gli altri premi) hanno scelto “dono”.

Non importa quale posto prenderanno nel racconto o in che contesto saranno richiamate, l’importante è che siano presenti nel testo del racconto.

Naturalmente la loro presenza dovrà avere un motivo o coerente con il filo narrativo o il suo contesto: questo è puro buon senso.

Entrambe le Associazioni organizzatrici hanno alle spalle più di mezzo secolo di storia e di vita associativa, ma la materia della donazione è in continua evoluzione e sempre più sofisticata, moderna e informatizzata.

La scelta è stata quindi volutamente lasciata aperta, per permettere agli autori di muoversi liberamente in tal senso.

Quando si dona, non importa se chi dona ha 18 o 65 anni: il sangue raccolto non ha età e la vita che può dare o migliorare non è interessata all’età della sua fonte originaria.

Ogni racconto sarà quindi magnifico, qualunque sia la forma che l’autore intende dargli.

Il Concorso è curato da due Associazioni con scopi e finalità solidali; quindi i soli generi o storie che non potranno essere ammessi sono quelli che promuovono o sostengono forme di discriminazione, o quelli in cui si promuovono o sostengono comportamenti violenti o illegali.

Anche il mondo della donazione si sta sempre più informatizzando: la prenotazione della donazione costituisce la norma, presentarsi senza prenotazione una eccezione al momento impossibile (finché non finirà l’emergenza sanitaria).

Consentire questa eccezione significava che la Segreteria doveva fissare appuntamenti, scannerizzare i lavori analogici per uniformarli a quelli digitali (oltre che limitare la possibilità di partecipazione a chi viveva lontano dalle sedi delle due Associazioni).

Sarebbe stato come immettere nel sistema una prenotazione mentre la persona era in coda all’unità di raccolta: una operazione che avrebbe richiesto una complicazione senza motivo della gestione delle proposte.

La nostra “unità di raccolta di opere d’ingegno”, per scelta, funziona quindi solo su “prenotazione on-line”.

Eventuali lavori presentati in modo diverso o difforme non danno quindi accesso alla donazione, con grande dispiacere del volontario addetto all’accettazione.

La dimensione (numero di parole, battute o cartelle) di una bella storia da leggere e il nome con cui viene chiamata o classificata non ha un’unica interpretazione.

Se si contano le battute (le singole lettere che lo compongono) viene generalmente chiamato “racconto brevissimo” una storia con meno di 8000 battute; “racconto breve” se ha meno di 30.000 battute; “racconto lungo” se ne conta di più.

Oltre queste dimensioni si contano le parole, non più le battute, e si sconfina nel mondo delle novelle e dei romanzi.

e se un “racconto lungo” conta (sempre generalmente) più di 7500 parole, un “romanzo breve” supera le 17.500 e un “romanzo lungo” ne ha un minimo di 40.000.

Grazie alla disponibilità dei nostri quattro Giudici, abbiamo voluto andare oltre il “racconto brevissimo”, ma per non metterli troppo in difficoltà non abbiamo voluto esagerare arrivando a 30.000.

Abbiamo quindi deciso di mettere solo un limite superiore, in questo modo tutti coloro che parteciperanno potranno proporre il prodotto della loro fantasia sia in forma “brevissima” che lunga, pur senza arrivare al limite del “racconto lungo”.

Lo scopo del concorso è far sentire tutti protagonisti (come dovrebbe essere nella realtà) della donazione, quindi ai partecipanti non viene richiesta una dimensione minima, né imposto un tetto troppo alto, ma una misura che permette di raccontare in modo apprezzabile anche una storia complessa.

Basta pensare che una “cartella” (un foglio dattiloscritto) contiene generalmente poco meno di 2000 battute, per immaginare di avere quasi dieci fogli da scrivere per raccontare la storia che vogliamo condividere col resto del mondo.

Un esempio: per donare bisogna pesare almeno 50 chilogrammi. Perché? Perché quando si dona il sangue o i suoi componenti, le sacche per la raccolta sono “standard” e non variano a seconda del fisico del donatore, quindi l’unità di sangue è pensata sulla base delle dimensioni medie di chi potrà riceverla.
In altri termini, si è preferito porre un limite al donatore (un peso superiore ai 50 Kg) invece che progettare sacche di dimensioni diverse per prendere, ad esempio, due unità a chi ha il fisico di uno sportivo di 120 chili di muscoli.
È quindi un po’ nel nostro spirito di volontari del sangue scegliere sulla base di ciò che ci si attende di poter riceve dalla generosità degli altri, anche quando questo comporta un limite a chi vorrebbe fare di più o meglio.
Ecco perché il formato è quello di 20.000 caratteri invece di 30.000 e perché non possiamo, quindi, accettare formati diversi, anche se di lavori egualmente splendidi.